A Tashkent è stato arrestato Abbas Ibrahimzada, ex vicepresidente del parlamento afghano, ex deputato della provincia di Balkh e uno dei più grandi imprenditori del Paese. Lo riferisce Amu.tv citando le proprie fonti.
Secondo quanto riportato, Ibrahimzada è stato fermato la sera del 24 settembre dopo numerose denunce presentate dai suoi concorrenti negli affari e da allora si trova in custodia, nonostante il pagamento di una cauzione superiore ai 350 mila dollari.
Per ora non sono arrivati commenti ufficiali dalle autorità uzbeke.
ℹ️ Abbas Ibrahimzada è un imprenditore e politico hazara. Dai primi anni Novanta è stato uno dei maggiori uomini d’affari dell’Afghanistan, ha guidato l’associazione dei cambiavalute della provincia di Balkh e per questo ha ricevuto il soprannome di «Abbas-dollaro».
Il gruppo da lui fondato, Ibrahimzada Group, riuniva più di venti aziende, controllava una rete televisiva privata a Balkh e investiva nell’istruzione e nella beneficenza. In particolare, la Ibrahim Zada Group Charity Foundation era impegnata nell’alfabetizzazione delle donne. Il gruppo possedeva tre università (due a Balkh e una a Kabul), due college e 30 scuole superiori in tutto il Paese, oltre a un moderno ospedale da 200 posti letto a Mazar-i-Sharif. (Dopo l’ascesa al potere dei talebani molte scuole furono chiuse, gli insegnanti stranieri se ne andarono e gli stipendi dei docenti crollarono).
Ibrahimzada è stato eletto due volte alla camera bassa del parlamento afghano, la Wolesi Jirga. Nel 2019 ha creato la «Hezb-e Wahdat-e Nawini Afghanistan» («Nuovo Partito dell’Unità dell’Afghanistan»), che è diventato la terza grande forza politica tra gli hazara sciiti del Paese. Il partito contava circa un milione di sostenitori, aveva rappresentanza in parlamento ed era molto seguito sui social network.
Negli ultimi anni della repubblica, Ibrahimzada si occupava di forniture di benzina e gas, fertilizzanti minerali e materiali da costruzione provenienti da Turkmenistan, Uzbekistan e Kazakistan. Il suo deposito di benzina e gas nella città di Hairatan, al confine con l’Uzbekistan, aveva una capacità superiore a 50 mila tonnellate.
Nell’estate del 2021 le forze armate di Ibrahimzada difesero per due mesi Mazar-i-Sharif dai talebani*. Dopo la presa del potere da parte di questi ultimi, Ibrahimzada lasciò l’Afghanistan e si trasferì in Turchia.
Non è noto quando si sia spostato a Tashkent.
Secondo Amu.tv, negli ultimi quattro anni Ibrahimzada ha investito oltre 50 milioni di dollari nell’economia dell’Uzbekistan, soprattutto nel settore dei trasporti e nella lavorazione del grano.
Nel 2023 i talebani hanno sigillato 19 proprietà commerciali dell’imprenditore in Afghanistan, tra cui sei stazioni di servizio, due ospedali, un’emittente televisiva, due fabbriche alimentari, cinque centri commerciali, due complessi residenziali e un impianto industriale presso la stazione «Hairaton».
*L’organizzazione è riconosciuta come terroristica ed è vietata in diversi Paesi.



